lunedì 20 maggio 2013

Col du Galibier o cima Pantani....


Coltre di ghiaccio ai bordi della strada, nevicata nel tratto finale della gara che inghiotte i corridori, l'ambiente diventa protagonista…… questo è il Col du Galibier, questo è il Giro d’Italia. Cima mitica quella transalpina, tappa da 102 anni con il Tour, ma lo diviene solo ora al Giro d'Italia. Dopo la giornata massacrante con l’arrivo allo Jafferau del giorno precedente, la carovana rosa è salita sul colle più duro di una gara ciclistica. 

Vedendo la tappa, lo sforzo di quegli uomini, la fatica in viso, dove al salir dell’altitudine il respiro si fa sempre più affannoso, pedalata dopo pedalata rivedo l’immagine in bianco e nero dei duellanti Coppi-Bartali, ma poi il pensiero rivive immagini a colori, e ritrovo quel ragazzo dal fisico minuto, con la bandana in testa, che lascia dietro di se gli avversari e salire con la naturalezza che spetta ad un grande campione. Non puoi vedere una tappa come questa e non pensare al Pirata. Infatti bravi gli organizzatori del Giro ad aver dedicato questa giornata a Pantani ed il suo monumento costruito in cima al colle è un’immagine di quel ciclismo moderno tornato umano dopo l’era Indurain e Armstrong.

Solo chi ha vissuto quelle immagini e quei momenti può provare malinconia e gioia nello stesso istante, consapevoli di aver avuto la fortuna di aver visto quello scatto in progressione e l’assalto alla montagna del Pirata, ma anche la consapevolezza di non aver visto fino in fondo quello che poteva essere.

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