martedì 23 luglio 2013

Stazione Valle Aurelia di Roma: simbolo del silenzio, indifferenza emenefreghismo!


 A chi importa sentir parlare di una semplice scala mobile non funzionante da mesi in una stazione della metro, a chi importa sentir parlare di ascensori trasformati in vespasiani stile anni 2012, a chi importa sentir parlare di una banalissima banchina del treno ridotta come un porcile da viandanti maleducati e da gestori poco attenti alla salute umana, a chi importa di quelle persone che guardano con rassegnazione cronica giornaliera quel maledetto display che annuncia il solito ritardo: forse niente!!! 

Ma ignorare tutto questo è come dire che non ci importa se una donna anziana, un diversamente abile o una mamma con il passeggino non possono salire al terzo piano di una stazione per prendere il treno.
Il tutto non accade in una stazione dell'estrema periferia di una grande città o in una stazione di campagna, ma basta alzare gli occhi e contemplare il
cupolone di fronte ai nostri occhi per renderci conto che ci troviamo al centro di Roma, a due passi dalla Santa Sede: stiamo parlando della stazione di Valle Aurelia di Roma, nodo importante del trasporto ferroviario di Roma Nord, che collega la periferia romana e viterbese con la metro A. Tratta ferroviaria frequentata da pendolari e moltissimi turisti.

Quindi quella scala, quell'ascensore, quel display assumono un significato ben diverso, perché diventano figlie dell'indifferenza e dell'incuria di una società malata e che ha preso il peggio che la globalizzazione possa regalare alla città eterna, padre alla cultura latina. In quell'ammasso inerme maleodorante di ferro e lamiera della stazione c'è tutto il nostro modo di agire e il nostro inconscio che si materializza in silenzio, indifferenza e menefreghismo!

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