Percorrendo il tratto
della Via Francigena nel Lazio, si
può ammirare la straordinaria bellezza del nostro territorio, passando da
paesaggi rurali di antichi saperi, alle bellezze etrusche-romane.
La Via Fancigena
che da Canterbury, attraversando la Francia, conduceva in Italia tramite il
passo del San Bernardo, divenne nel medioevo una importantissima via di pellegrinaggio
per giungere a Roma.
Peccato che però il
costante e lento lavoro della natura, che ci ha lasciato in eredità paesaggi
unici, sia stato rovinato dalla voracità distruttiva umana che ha colpito la
nostra società dal dopo guerra in poi: dall'aggressione del territorio con l’abusivismo anni ’60 e ‘70, al mancato recupero e valorizzare l’esistente negli ultimi anni.
È il caso di alcuni tratti della Via Francigena tra il Comune di Formello e Roma, che dopo averci regalato straordinarie vedute del Parco di Veio, lo sguardo di un distratto camminatore o ciclista viene catturato dalle varie discariche lungo il percorso e dalle cunette utilizzate per il deposito di qualsiasi materiale.
Ma l’emblema di questo
contrasto lo troviamo passando il Torrente Valchetta, in direzione Isola
Farnese, zona Via Prato della Corte. Infatti passando il guado del fiume saremo colpiti verso destra da un
lento scorrere dell’acqua, con rami penduli che lambiscono romanticamente l’acqua,
ma appena lo sguardo volge a sinistra troviamo una vera discarica, con una
carcassa di una macchina abbandonata sul fiume a padroneggiare il sentiero. Ed
ecco che il pellegrinaggio, metafora del camino mistico che deve compiere l’uomo
verso San Pietro, trasforma la sua mite meditazione in rabbia e il disgusto nel vedere questi attentati
ambientali prende il sopravvento, consci di quanto sia povera e gretta la
mentalità umana. Un vero peccato, perché il tutto potrebbe divenire non
soltanto un volano per il rilancio culturale-sociale di questo paese, ma anche un arricchimento
interiore per tutti noi.......ma purtroppo dimostriamo ancora una volta che non
siamo maturi per tutto questo.
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