Due eventi apparentemente lontani fra loro e non
confrontabili stanno segnando come un solco profondo la politica italiana negli
ultimi giorni: la condanna e la decadenza dal Senato della
Repubblica di Berlusconi, e l’ordine di deposizione presso un tribunale di Napolitano.
In uno, la Corte di Cassazione conferma la
decisione della corte di appello riguardo al processo Mediaset a quattro anni di detenzione (di cui tre beneficiati
dall'indulto) a Berlusconi e conseguente decadenza dal Senato per ottemperare alla
controversa Legge Severino; l’altro, l’ordine
di deporre come testimone al processo sulla trattativa tra pezzi
dello Stato e la mafia, a Napolitano. A chiedere l’audizione del Presidente Napolitano è stato il presidente della Corte d’Assise Alfredo Montalto, che ha accolto le richieste dell’accusa rappresentata in aula dal
pm Nino Di Matteo. Due eventi fra loro lontani,
eventi agli antipodi e molto diversi, ma figli della stessa madre ovvero quella del
sistema Italia.
Nessuno di noi pensa che il Presidente della
Repubblica sia una persona che possa aver trattato con la mafia, ma la cosa che
ci deve far preoccupare e che se queste illazioni possano toccare persino lui, allora
non osiamo immaginare cosa possa accadere nei livelli più bassi del complesso
Italia e come questo paese sia impregnato di un malessere intimo e insito nel
più profondo dell’animo.
È il chiaro segno che il sistema non tiene più e l’intero
apparato politico-amministrativo-istituzionale dove essere rivisto. Ma più di
ogni altra cosa deve essere rivista anche l’atteggiamento di ognuno di noi e chiedersi
perché accade tutto questo.
Purtroppo anche la nostra società, come i vari
livelli istituzionali, ha lo stesso malore, ed è facile trovare quei piccoli
opportunisti, traditori, condannati, nani e ballerini seduti nello scranno
parlamentare anche nei nostri uffici, accanto a noi nella metropolitana, fare
la fila al supermercato o passarci vicino mentre camminiamo.
Purtroppo la storia del secolo precedente ci ha
insegnato che l’italiano è un tipo strano, capace di passare indenne in ogni
stagione: da destra a sinistra, dal centro al movimentismo stellato, salvo poi rincorrere
il potente di turno a chieder favori.
Infatti solo oggi mi rendo sempre più conto di
quanto avesse ragione Primo Levi quando scriveva: "I mostri esistono, ma
sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini
comuni".
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