giovedì 27 giugno 2013

Ustica: la verità nascosta …. 33 anni dopo

“La memoria di quella tragica notte e delle innocenti vittime del disastro richiama il dovere di tutte le istituzioni di sostenere le indagini tuttora in corso per accertare responsabilità – nazionali ed internazionali rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre”. Queste non sono le parole di un pazzo visionario o di un militante anti-sistema, ma di un uomo che presiede il Consiglio Superiore della magistratura, comanda le Forze armate e presiede il Consiglio Supremo di difesa….ovvero Il Presidente della Repubblica Italiana, alias Giorgio Napolitano. Occasione è il 33esimo anniversario sulla strage di Ustica.
Era il 27 giugno del 1980, quando l'aereo di linea Douglas DC-9, della compagnia aerea italiana Itavia decollato dall'Aeroporto di Bologna e diretto all'Aeroporto di Palermo, si squarciò in volo all'improvviso e scomparve in mare nei pressi dell’isola di Ustica. Nell'evento persero la vita tutti gli 81 occupanti dell'aereo.
Molte le tesi sull'incidente che si sono susseguite, dal coinvolgimento internazionale della Francia, della Libia e degli Usa, dal cedimento strutturale o di un attentato terroristico provocato da un ordigno nella toilette del velivolo. Ma fin da subito il mistero si infittisce sempre di più, da quando ci impegnano per consegnare al Pubblico Ministero incaricato per le indagini i nastri delle registrazioni della sequenza di volo, 26 giorni per quelli di Ciampino e 99 per quelli di Marsala. Nel 2007 l'ex- presidente della Repubblica Cossiga, all'epoca della strage presidente del Consiglio, ha attribuito la responsabilità del disastro a un missile francese destinato ad abbattere un aereo su cui si sarebbe dovuto trovare il dittatore libico Gheddafi, tesi poi confermata da parte della Corte di Cassazione successivamente.
Che strano Paese è il nostro, dove passando per Piazza Bologna, Capaci, le bombe del ’93 al patrimonio culturale, ogni volta dobbiamo fare i conti con omissioni, segreti, depistaggi, mai che un indagine porti alla luce il vero colpevole e il suo mandante.
Ogni volta parole sibilline di autorevoli autorità istituzionali, come in questo caso, ci fanno capire che qualcuno sa, ma non può dire, che qualcuno è coinvolto, ma non può essere accusato.
Riflessioni che diventa sconcerto quando è proprio il Presidente della Repubblica a scrivere:“….il dovere di tutte le istituzioni di sostenere le indagini tuttora in corso per accertare responsabilità – nazionali ed internazionali– rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre”. Parole pesanti come macini soprattutto per un paese che dovrebbe essere una delle democrazie avanzate europee, parole che in tempi passati erano una chiamata alla guerra civile perché “ ….responsabilità nazionali ed internazionali, rimaste coperte” hanno portano alla morte 81 innocenti.

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