La recente conferma della condanna di Berlusconi può essere vista, dalla parte del popolo dei moderati che non guardano a sinistra, come una vera manna dal cielo. Infatti da tempo si poneva il problema di una rifondazione del centro destra italiano, che possa essere veramente moderato, europeo e con gente nuova. Per questo una buona parte del paese chiede di fermare le classiche sceneggiate italiane; di poter sedere a Bruxelles da protagonisti e non da comprimari; chiede di poter cambiare il concetto di Europa, visto fino ad oggi solo con gli occhi di banchieri spregiudicati e non dagli occhi di tanti che credono in una unione fondata sulla crescita sociale comune; chiede semplicemente di tornare a parlare di politica con P maiuscola.
Ma cosa più importante chiede di poter ricominciare a parlare di valori, di mettere al centro la persona, in poche parole di essere protagonisti del cambiamento. Per questo, visto anche la cronica difficoltà dei partiti di centro-sinistra, ora ci si aspetta uno scatto di orgoglio culturale. Purtroppo fino ad oggi nulla di tutto questo era possibile, vista l'egemonia dei pochi nel voler rappresentare una parte del paese in modo monarchico. C'era bisogno di un crac, di uno shock per ricostruire e continuare a camminare: non è un discorso opportunistico in stile Machiavelli, è soltanto un dato di fatto e come tale deve essere visto. Da tempo i moderati italiani sono privi di un vero punto di riferimento, e i molti che sognano un grande partito conservatore in stile anglosassone e la realizzare di un sistema politico basato sul modello europeo nell'avere due grandi blocchi politici, uno socialista e l'altro popolare, che garantiscono stabilità di governo nel tempo, non sembrava più attuabile. Infatti la voglia di far ritornare in politica le idee, i valori, il senso di nazione e di europa è molta, sopratutto se questa viene da quella parte del nostro paese che negli ultimi anni è stata messa in naftalina. Forse siamo all'alba di un nuovo risorgimento della vita politica, o almeno me lo auguro, e finalmente il centro destra italiano si può liberare dalle catene messe inizialmente da Fini ma poi saldate da Berlusconi. Oggi non possono bastare figli d'arte, nipoti eccellenti o finti eserciti personali per poter continuare ad andare avanti così come siamo andati avanti fino ad ora, dove l'individualismo politico è prevalso sul benessere e la crescita collettiva di una comunità.
Ma cosa più importante chiede di poter ricominciare a parlare di valori, di mettere al centro la persona, in poche parole di essere protagonisti del cambiamento. Per questo, visto anche la cronica difficoltà dei partiti di centro-sinistra, ora ci si aspetta uno scatto di orgoglio culturale. Purtroppo fino ad oggi nulla di tutto questo era possibile, vista l'egemonia dei pochi nel voler rappresentare una parte del paese in modo monarchico. C'era bisogno di un crac, di uno shock per ricostruire e continuare a camminare: non è un discorso opportunistico in stile Machiavelli, è soltanto un dato di fatto e come tale deve essere visto. Da tempo i moderati italiani sono privi di un vero punto di riferimento, e i molti che sognano un grande partito conservatore in stile anglosassone e la realizzare di un sistema politico basato sul modello europeo nell'avere due grandi blocchi politici, uno socialista e l'altro popolare, che garantiscono stabilità di governo nel tempo, non sembrava più attuabile. Infatti la voglia di far ritornare in politica le idee, i valori, il senso di nazione e di europa è molta, sopratutto se questa viene da quella parte del nostro paese che negli ultimi anni è stata messa in naftalina. Forse siamo all'alba di un nuovo risorgimento della vita politica, o almeno me lo auguro, e finalmente il centro destra italiano si può liberare dalle catene messe inizialmente da Fini ma poi saldate da Berlusconi. Oggi non possono bastare figli d'arte, nipoti eccellenti o finti eserciti personali per poter continuare ad andare avanti così come siamo andati avanti fino ad ora, dove l'individualismo politico è prevalso sul benessere e la crescita collettiva di una comunità.
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