Oltre alla riforma costituzionale,
ad oggi bloccata in Senato, il dibattito politico degli ultimi mesi si è
focalizzato anche sull'inserimento o no delle preferenze, per la scelta di
Senatori e Parlamentari, nella prossima legge elettorale. Un dilemma assai difficile
da risolvere perché si scontra irrimediabilmente con il pensiero Italia, assai
differente rispetto a quello che vige negli altri paesi europei. Infatti negli
ultimi anni si è evidenziato che qualsiasi sistema elettorale venisse applicato,
questo portava a controindicazioni di inapplicabilità provocato da una
discutibile moralità di una parte del corpo elettorale ed elettivo.
Ma quali sono le critiche che si
muovono alle due proposte in campo?
Da una parte si accusa che le
preferenze, al di là dell’illusoria garanzia della scelta del proprio politico,
in alcune parti del Paese sono un vero bacino della cultura del malaffare e del
ricatto, un dispendio economico nelle campagne elettorali che spesso si
associano a meccanismi corruttivi legate al controllo del territorio.