In
una settimana siamo riusciti a confermare quanto di negativo riesce a dare il
nostro Paese in occasioni importanti. Due eventi apparentemente lontani fra
loro, ma figli della stessa madre, hanno avuto una forte risonanza internazionale grazie ai social e alla TV: i fatti sconvolgenti della finale di calcio di Coppa Italia e gli arresti per i lavori per la realizzazione dell’Expo 2015.
L'Expo 2015 doveva essere il biglietto da visita per la presidenza italiana del semestre
europeo e la finale di Coppa Italia uno spot per il calcio italiano.
Purtroppo
l’immagine di un Paese che sta tentando di uscire dalla crisi e che sta cercando
di ricostruirsi una nuova credibilità, ha subito un brutto e duro colpo. Ma
quello che fa riflettere e come questo Paese, nelle occasioni che contano,
dimostra come non riesce a costruire qualcosa di duraturo e di stabile, non
riuscendo a creare delle vere opportunità di rilancio sociale, lavorativo e
culturale. Evidentemente nel Dna di noi italiani persiste un
cromosoma singolare, difficile da estirpare anche con le nuove tecnologie
scientifiche: la corruzione, la furbizia e il tirare a campare.
Quando è stata assegnata l'Expo 2015 a Milano, nel
nostro intimo, abbiamo fatto un sospiro di sollievo, perché la capitale dell’efficienza,
dell’onesta e del lavoro non poteva essere contagiata da quel tipico virus
romano nel gestire eventi pubblici. Ed invece, puntualmente, una corsa sfrenata
agli appalti, ritardi di costruzione, un'orda di imprenditori, politici e
affaristi, e il ritorno di vecchie glorie politiche.
Per quanto riguarda l’altro evento, la finale di calcio
di Coppa Italia, i fischi all'inno sono stati una triste conferma del gap che esiste tra la
società civile e il “gota” dello sport, della politica e della struttura amministrativa
dello Stato. Davanti ai molti “parrucconi”, riciclati e opportunisti seduti in
tribuna Monte Mario per fare passerella, è stato tracciato un vero solco, forse
l’ennesimo.
Purtroppo per molti italiani lo
Stato non è visto come un qualcosa di suo, ma viene percepito come un usurpatore
straniero, da non difendere e non tutelare; come un invasore straniero tratta con i capi popolo ed a sua volta screditato in favore di falsi eroi.
A
chiudere il cerchio ci pensano poi le imminenti elezioni per il rinnovamento
del parlamento europeo, dove molti partiti politici vogliono che l’Italia sia
protagonista a Bruxelles e padrona del proprio destino: in poche parole
vogliono “… Meno Europa e più Italia….”.
Ma
se poi le premesse e il biglietto da visita sono come i fatti avvenuti in questi
giorni forse è meglio avere più Europa.
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