Quando Dante scrisse nel VI canto
del Purgatorio della “serva Italia”, aveva nella mente il passato glorioso del
Bel Paese, ma davanti agli occhi la penosa situazione di quel periodo. Da
allora son passati circa 800 anni e se allora Dante vedeva l’Italia come terra
di tiranni, di dolore, immoralità, simile ad una nave senza capitano nel mare
in tempesta, ad oggi nulla sembra esser cambiato e questo comune denominatore che ha accompagnato la nostra storia negli ultimi secoli, non ci ha mai abbandonato.
L’immagine di un popolo di santi, poeti, navigatori o meglio di eroi, di colonizzatori, di artisti è un immagine sbiadita e il glorioso passato pre-Dante sembra aver chiesto dazio, regalando poi allo stivale secoli bui e anonimi. Ieri come ora, sempre in balia di altrui decisioni che si prendevano in un caffè sul Tamigi o in un barcone sulla Senna e non più protagonista della vita politica e sociale del vecchio continente.
Ma mai come ad oggi l’immagine regalataci da Dante è attuale, dove i protagonisti di oggi sono una generazione politica e una classe dirigenziale figlia del fallimento sia del ’68 che della globalizzazione, che non sa reagire ai cambiamenti del mondo e non essere più Signora esemplare di intere nazioni, ma donna “.......di bordello”!!
L’immagine di un popolo di santi, poeti, navigatori o meglio di eroi, di colonizzatori, di artisti è un immagine sbiadita e il glorioso passato pre-Dante sembra aver chiesto dazio, regalando poi allo stivale secoli bui e anonimi. Ieri come ora, sempre in balia di altrui decisioni che si prendevano in un caffè sul Tamigi o in un barcone sulla Senna e non più protagonista della vita politica e sociale del vecchio continente.
Ma mai come ad oggi l’immagine regalataci da Dante è attuale, dove i protagonisti di oggi sono una generazione politica e una classe dirigenziale figlia del fallimento sia del ’68 che della globalizzazione, che non sa reagire ai cambiamenti del mondo e non essere più Signora esemplare di intere nazioni, ma donna “.......di bordello”!!