lunedì 24 novembre 2014

Il Matteo nazionale


Le ultime elezioni regionali, per il rinnovo del Consiglio della Regione Emilia-Romagna e Calabria, hanno confermato la disaffezione alla politica da parte degli elettori con un astensionismo record. Infatti solo il 40 per cento degli aventi diritto è andato a votare. In particolare, in Emilia Romagna c’è stato un vero crollo e il dato finale dei votanti si è fermato al 37,67 per cento, trenta punti percentuali in meno rispetto alle precedenti regionali. Oltre a questo tristissimo dato dobbiamo però sottolineare che questo voto ha incoronato finalmente quelli che saranno i futuri protagonisti della vita politica del nostro Paese.
Se da un parte c’è stata la conferma del Partito Democratico, con la conquista di altre due regioni, nello schieramento opposto, la Lega Nord ha raddoppiato in termini percentuali di voti il proprio consenso rispetto a Forza Italia. Due partiti guidati da due personaggi che nulla hanno in comune. Sono diversi in tutto: uno gioca nella parte sinistra del campo e l'altro nella parte destra; sono distanti nelle idee, con pensieri diametralmente opposti; sono diversi anche nello stile, uno veste in camicia bianca, l’altro con felpe personalizzate; hanno un diverso stile di parlare e comunicare. Ma hanno due cose che li unisce: l’età anagrafica e il nome Matteo.
Uno fa di cognome Renzi e fa il premier, l'altro fa di cognome Salvini e ieri è stato incoronato dal voto popolare come il vero capo dell'opposizione. Unico dubbio che potrebbe avere un distratto osservato e come i due “giovani” politici siano cresciuti a pane e politica, avendo fatto solo questo nella loro vita. Ma noi possiamo obiettare che in questo momento è un bene, perché la recente storia ci ha insegnato che il politico improvvisato ha dimostrato solo poca preparazione, poca lungimiranza e non visione dell’insieme.