giovedì 18 settembre 2014

L'immobilismo: il vero male politico Italico

Piazza Montecitorio - Sede Parlamento Italiano
La sceneggiata che si sta consumando in questi giorni per l’elezione di due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune, dimostra per l’ennesima volta non solo l’immobilismo pachidermico del Parlamento e Senato Italiano, ma anche la loro nullità nel trasmettere un feedback positivo, concreto e veloce ai cittadini. In questo modo assumono un ruolo di vero nemico per ammodernare la struttura statale, diventando la degna rappresentazione dell’immobilismo italico, che con tutta la sua forza condanna l’Italia ad un futuro di anonimato più assoluto.
Purtroppo questa situazione porta all’inevitabile conseguenza del compromesso tra visioni e interessi diversi. Nulla di strano se fossimo in un Paese normale, in quanto rappresenterebbe un equilibrio per uscire da una crisi economica e politica. Ma noi non lo siamo, in quanto non ci si pone il problema di come promuovere e sinterizzare diversi interessi e visioni, ma come questa si adatta all’esistenza per garantire rendite di posizioni passate. Quindi la cosa più importante cede al banale intellettualismo di qualche “parruccone”, facendo perdere la percezione dell'utilità di cosa si sta facendo, come può essere ad esempio l’elezione di due giudici costituzionali. 
Tutto questo ha prodotto un black-out della politica italiana, con l’esaurimento della democrazia come rappresentanza del popolo sovrano. Ci si è lasciati guidare da una cultura giuridica formalistica, subappaltando al funzionario ministeriale il governo del Paese. Bene fa Renzi a chiedere di accelerare per attuare le riforme, anche se purtroppo ad oggi deve portare con se il fardello del Parlamento e del Senato, vere zavorre al cambiamento e al salvataggio del nostro Paese.