Mentre i giornali, le istituzioni e Ferrovie
dello Stato annunciano trionfalmente che alcuni treni della linea FL3
Roma-Viterbo dal 16 Marzo raggiungeranno la Stazione Tiburtina (che sforzo!!),
ieri pomeriggio i molti utenti, che utilizzano il trasporto su ferro,
affrontavano l'ennesima giornata di calvario. L'ordinaria follia fatta di
disservizio giornaliero veniva accentuata da uno sciopero, l'ennesimo di
Venerdì, che doveva terminare alle 17 ma che di fatto è continuato, visto che
dopo due ore la circolazione ordinaria non riprendeva e la volontà di dichiarare guerra ai normali cittadini da
parte di qualche irresponsabile sindacalista riesce: si vuole cominciare una
guerra, una guerra tra poveri che distoglie l'attenzione sui veri problemi,
colpendo chi non deve essere realmente colpito, facendo passare in secondo
piano qualsiasi eventuale buona ragione. Risultato sono banchine stracolme, pianti
di bambini che fanno da sottofondo, stranieri esterrefatti che si guardano
increduli e impiegati, che dopo una giornata di lavoro, chiedono la testa del
capotreno. Nessuna informazione, assistenza, niente personale addetto alla
sicurezza che verifichi eventuali problemi di ordine pubblico. Finalmente da Ostiense arriva un convoglio e come in una scena da Far West, la diligenza viene presa d'assalto: gente che spinge, urla, chi entra nel vagone passando direttamente da un finestrino. Se non fossimo sotto l'ombra del Cupolone, la location sembrerebbe essere quella di un sobborgo di una favela brasiliana. Chi non è riuscito ad entrare aspetta quello successivo e quando arriva, dopo una lunga attesa, va di scena lo stesso copione. Nei vagoni l'aria è irrespirabile, molti si sentono male, il nervosismo è alto. Una signora dal centro del vagone chiede di scendere alla prossima fermata e come per magia esce fuori lo spirito beffardo tipico romano, che per esorcizzare il momento fa partire un coro goliardico da stadio ".... Fatela pasà ..... fatela pasà oh hhhh....".